Settima Edizione del Premio Letterario Nazionale "Scriviamo Insieme"
21 ottobre 2017 Grandi emozioni alla serata finale della settima edizione del Premio Letterario Nazionale "Scriviamo Insieme"! A Palazzo Falletti, la Sala del Trono, gremita in ogni ordine di posti, e la Sala dei Cherubini che ha ospitato il brindisi finale con gli Autori, hanno fatto da cornice alla Cerimonia di Proclamazione dei vincitori. La Signora Gigliola Scola, che ringraziamo di cuore, ci ha onorato con la sua presenza alla premiazione del libro di Paola Dei “Lo specchio dipinto – Ettore Scola e dintorni” commentato e introdotto da Valentina Innocenti. Il nostro grazie più sentito va agli Autori presenti alla manifestazione intervenuti da ogni parte d’Italia, alle loro opere e alle letture delle poesie e del racconto vincenti che ci hanno coinvolto ed emozionato. La qualità delle opere di narrativa, poesia e saggistica sanciscono, come sempre accade, la riuscita di un concorso. Un ringraziamento particolare va rivolto al Presidente di Giuria, Dottor Ettore Peluffo per aver dedicato al premio le sue migliori energie con enorme passione e un sorriso a minimizzare e non far pesare a tutti noi il suo impegno. Un grazie affettuoso alla dott.ssa Bianca Del Mastro che ha saputo far apprezzare in tutti noi il fascino della poesia. Un grazie a tutti i membri di giuria che nell’ombra dei loro studi si sono sobbarcati il lavoro smisurato che un premio letterario impone. Ringraziamo inoltre i membri del Comitato d’Onore che ci hanno onorato con la loro presenza. Daniela Cecchini, alla quale è stato conferito il Premio alla Carriera. Attrice, giornalista, accademica per meriti artistici, membro di giuria in premi letterari e giornalistici e poetessa ci ha presentato il suo libro “Sinestesie dell’io”. Premio alla carriera anche per Sergio Iovane, compositore e autore di testi che hanno contribuito ad avvicinare al teatro tanti spettatori che avevano quasi un timore reverenziale ad accostarsi al magico incantesimo del palcoscenico. I suoi testi teatrali fondono modernità espressiva e canoni classici della commedia brillante. Premio “Scienza e Innovazione” a Davide Micheli, ricercatore di fama internazionale e autore di testi pubblicati dai più prestigiosi editori che ci ha intrattenuto sul parallelismo tra scienza e letteratura. Grazie ancora a tutti e un caro, affettuoso saluto. Vittorio Scatizza e tutta la Segreteria del Premio
21 ottobre 2017 "UN SALUTO AGLI AUTORI" di Ettore Peluffo Desidero innanzi tutto esprimere ancora una volta il mio benvenuto a tutti coloro che hanno voluto aderire a questa nostra iniziativa: il fatto che anche quest’anno si sia superato il numero di novecento opere in concorso conferma l’interesse nei confronti dell’Associazione “Scriviamo Insieme” e del premio letterario ad essa legato. Ciò ovviamente riempie noi tutti di orgoglio, tuttavia per certi aspetti comincia a preoccuparmi. Sono sempre più combattuto tra alterni sentimenti: proporsi sempre e comunque alla platea degli autori con i nostri principi, senza incertezza alcuna, mi mette infatti una certa ansia. Personalmente, ma so di parlare a nome di tutti coloro che nell’Associazione collaborano, ho assunto l’obbligo morale che mi impegna a non abbassare assolutamente il livello di qualità che ci siamo coscienziosamente imposti nella gestione di questo concorso letterario e ossequiare questo onere senza tentennamenti, anno dopo anno, mi responsabilizza e mi coinvolge sempre di più. Il numero delle opere che anche quest’anno sono pervenute e la qualità di molte di esse mi lascia pensare che finora siamo riusciti a non deludere la maggior parte di voi: ciò che tutti noi di “scriviamo insieme” dunque ci proponiamo è di continuare su questa strada, senza pensare ad altro se non a voi autori, a ognuno di voi autori, apprezzandovi senza pregiudizio e utilizzando sempre un metro onesto, corretto e soprattutto trasparente e pulito. Dopo questa doverosa dichiarazione di intenti che non vuole lasciare spazio alcuno a qualsivoglia fraintendimento, potrei anche aver assolto al compito principale che mi compete in quanto presidente del concorso, ma prima di lasciare lo spazio a tutti voi, desidero rendervi partecipi di una piccolissima esperienza personale in quanto lettore. Mi sono lasciato tentare e anch’io ho ceduto alla curiosità: da qualche tempo possiedo un apparecchio elettronico per la lettura e ho cominciato ad usarlo con una certa frequenza, senza aver comunque mai pensato che potesse soddisfare ogni mia possibile esigenza riguardo al modo di dedicarmi alla lettura stessa. Usandolo, mi sono soffermato a ragionare riguardo le differenze che ho potuto cogliere con il libro tradizionale: ho dapprima considerato il libro come mero supporto cartaceo ma anche come “oggetto di gusto”: lessi tempo fa un testo originale nel quale l’autore accostava il libro e i lettori ai termini propri del lessico alimentare, distinguendo lettori “voraci”, lettori “insaziabili”, quelli che leggono un po’ di tutto e si definiscono “onnivori”. Ma anche lettori che acquistano un libro “appena sfornato”, o che trovano un libro “difficilmente digeribile”, chi lo assimila a “piccole dosi”; c’è il lettore che “divora un libro in modo famelico”, chi lo “assapora” e chi lo “consuma” in pace la sera, sul divano, in silenzio, come talvolta si fa con una buona tisana, in una atmosfera intima, molto privata. Se questo curioso accostamento culinario può essere condiviso, si può continuare sullo stesso schema affermando che anche altri sensi intervengono nel nostro personale rapporto con il libro oggetto. La vista, anch’essa partecipa svolgendo un ruolo importante: come qualsiasi oggetto, anche un libro può affascinare e per quanto riguarda me, questo è enormemente vero; sono decisamente attratto dalla soluzioni grafiche degli editori e non nego di aver fatto le mie prime scelte narrative puntando decisamente agli autori pubblicati da Einaudi nella collana “Gli Struzzi”, ma anche verso le stupende edizioni di Adelphi, che per me sono state veramente oggetto di culto. E’ noto a tutti che al di là del singolo libro o del suo autore, ogni casa editrice si caratterizza per una forte riconoscibilità, mediata dalle sfumature di copertina, dalle caratteristiche tipografiche della costa, dallo spessore e dal colore della carta, dalla misura del carattere. So per certo che mi sono perso grandi e bellissime opere perché poco attratto dalla loro confezione, e questo è tanto più vero se penso che poi alcune di queste disattenzioni le ho sanate quando opere, un tempo passate inosservate, sono diventate oggetto della mia attenzione non appena riapparse negli scaffali in una veste editoriale a me decisamente più gradita. E andando avanti con la metafora sensoriale, che dire dell’odore dei libri, specie di quelli più datati? Quelli letti tanto tempo fa, amati e mai dimenticati, presi in mano innumerevoli volte, poi riposti per essere ancora riscoperti il giorno giusto, con l’animo giusto, andando a cercare una sottolineatura o una nota a margine. I libri invecchiando prendono l’odore del tempo, ingialliscono, smettono il profumo della stampa e prendono quello della nostra cartella, del sudore delle mani, della polvere della libreria, hanno l’odore della mia stanza, portano i segni dei traslochi. E a voler eccedere, un libro della Newton Compton invecchiato ha un odore diverso da quello di Adelphi o delle edizioni economiche Mondadori. Sorge a questo punto spontanea la domanda: se l’oggetto libro cartaceo, forte della sua fisicità, è capace di generare tante sensazioni e gestualità che fanno dell’oggetto libro un sistema sensoriale equilibratamente integrato, quali sensazioni sensoriali mi giungono da un libro elettronico? E cosa mi suggerisce la stupenda idea dei libri letti a voce alta da interpreti eccellenti e raccolti dentro un lettore mp3, ascoltati a occhi chiusi, immersi nell’atmosfera creata dal racconto mirabilmente letto, trasportati in una dimensione da sogno per assaporare la storia, le emozioni, guidati dai silenzi, dai toni mutevoli, dalle intensità timbriche, dalle flessioni vocali, delle rincorse e dai cali di ritmo. Il libro elettronico, il lettore mp3, mi rendo conto che anche per essi sia ragionevole parlare di una loro significativa e peculiare fisicità: hanno un peso, fa piacere trasportarli e percepirli come compagni fedeli, sempre pronti e carichi, efficienti; l’e-book permette addirittura una certa gestualità mutuata dal libro tradizionale, ha un efficace segnalibro e con esso si apre esattamente alla pagina giusta, posso anche metterci un’orecchietta virtuale, il mio ha una sobria copertina che ho scelto e che quindi apprezzo visivamente. Ecco forse i libri elettronici sono eccessivamente simili, tutti i modelli un po’ si somigliano, ma ce ne sono alcuni che sono sicuramente più ricercati e, al pari di certi telefonini, riescono a testimoniare un certo status symbol. Considerato in ogni caso nei limiti imposti dall’essere un oggetto, il libro, in qualsiasi forma esso venga presentato, può in effetti essere asetticamente considerato un mero supporto sul quale è possibile fissare storie e pensieri da trasmettere, da far girare, alla stregua di un contenitore come una chiavetta USB o un CD. Un supporto utile quindi a conservare, consultare ogni volta che è necessario, aprire, chiudere, prestare, far girare. Attribuendogli questa funzione, il mero oggetto libro acquista una consistenza diversa, gradualmente più complessa: usiamo cioè il libro per leggere una storia, per scoprire il pensiero di altri, per addentrarci nella saggistica e via di seguito. Il libro è dunque uno strumento con una indiscutibile e intrinseca valenza sociale, diffusore di pensiero, di fantasie; produce qualcosa ogni volta che lo si legge, trasmette qualcosa ogni volta che lo apriamo o ogni volta che lo prestiamo, è un veicolo quindi di progresso e di sviluppo della conoscenza, creatore di interconnessioni e di processi socialmente relazionali. La lettura è molto spesso un atto privato, ma grazie al libro essa diventa un atto relazionale che ci mette in rapporto con un autore, con altri luoghi, con altre vite, con altre storie, un veicolo di trasporto per la nostra immaginazione, verso qualcos’altro che è fuori di noi e che leggendo facciamo nostro, diventa nutrimento per la mente e per l’anima: in altre parole ci si nutre di lettura così come nutriamo il nostro corpo con il cibo; e scegliamo democraticamente le nostre letture in base alle nostre personali preferenze così come scegliamo il cibo per nutrirci. E’ attraverso la fruizione fisica del supporto che può realizzarsi un complesso percorso psicologico e cognitivo e politicamente corretto. Proprio per questa - se vogliamo - banale constatazione dunque, pur intimamente affezionato come sono al mio tradizionale libro di carta, ritengo che ogni strumento che concorra a sostenere la lettura è opportuno e ben accetto: ignoro su quale piano si giocherà la partita riguardo al coinvolgimento sensoriale cui ho accennato, in quale modo il libro elettronico possa diventare accattivante per tutti i nostri sensi al pari di un libro tradizionale; quali sistemi escogiterà la tecnica per colmare le differenze tra i diversi modi di leggere. In verità non sono particolarmente interessato riguardo al come riusciranno le nuove tecnologie a soddisfare pienamente il nostro desiderio di lettura, assolvendo in modo soddisfacente alle nostre necessità di conoscenza, saziando il piacere dei sensi e promuovendo il fine relazionale, cognitivo e sociale della lettura. Mi fermo alla convinzione che la storia e il futuro del libro è ancora tutto da scrivere. Ettore Peluffo 21 ottobre 2017 Riflessioni dal nostro "OSSERVATORIO" di Bianca Del Mastro Un saluto affettuoso a tutti gli Autori ed agli amici organizzatori. Vorrei condividere con voi alcune riflessioni sull’importanza che riveste per tutti noi un Premio letterario come il nostro che giunge quest’anno alla sua settima edizione. Sicuramente la finalità più importante di un Premio è quella di dare spazio e voce a tutte le persone che, come voi, amano e praticano la scrittura. Quindi il nostro obiettivo principale è, senza dubbio, incentivare il piacere di scrivere e di leggere, favorire la condivisione delle esperienze letterarie e far emergere nuovi talenti. Ma un Premio letterario è, a mio parere, qualcosa di più. Un Premio è un Osservatorio, un luogo privilegiato per osservare e rilevare, il fenomeno letteratura: che cosa è oggi, in quale direzione va, che uso ne fa l’attuale società, quali testi hanno valore letterario e quali invece non lo hanno, quali generi letterari si possono considerare emergenti e quali invece attraversano una crisi. Ed ancora : a quali implicazioni ha portato la distinzione tra la grande letteratura e la cosiddetta letteratura di consumo, ed altro ancora. E’per questo che, da questo particolare "Osservatorio", accogliamo sempre con grande attenzione ed interesse le opere che ci pervengono, perché esse rappresentano un campione, anche se limitato, del più vasto panorama letterario. Da più parti si sostiene che la cultura letteraria diffusa attualmente è una "cultura mutante" caratterizzata da contaminazioni, incertezze, mescolanze, . . . Ad indicare questo fenomeno si usa frequentemente il termine "Ibridazione", un termine che appartiene all’ambito delle scienze naturali ma che oggi, sempre più frequentemente, si è trasferito nel campo letterario dove si presta ad interpretazioni molto interessanti. In ambito biologico il termine ibridazione indica un incrocio, una mescolanza, una combinazione di elementi, sia animali che vegetali, differenti tra loro, appartenenti a sistemi diversi. Nel linguaggio invece la stessa parola viene utilizzata per indicare ogni processo dinamico di incontro, dialogo e scambio tra codici linguistici eterogenei. Così, alcuni tipi di scrittura oggi più presenti nel panorama letterario, sono costruiti proprio nell’intersezione tra generi narrativi diversi. Leggiamo libri dove rintracciamo una mescolanza tra dimensione narrativa e saggistica, tra romanzo ed inchiesta, tra romanzo storico e giallo, reportage e cronaca , ma anche tra poesia e prosa, poesia e musica, autobiografia e finzione, . . . L’ibridazione la ritroviamo non solo a livello di contenuti ed argomenti, ma anche a livello stilistico dove si osserva una scrittura caratterizzata da una tendenza al realismo tipica del periodo che stiamo attraversando, una scrittura costruita su ritmi più veloci, con unità narrative brevi e poco articolate nelle quali la storia narrata si mescola ad immagini fisse o in movimento, suoni,. . . Anche nel campo della poesia "lirica", come nel romanzo, alcuni poeti si collocano nello spazio intermedio tra "poesia" e "prosa", sperimentano mescolanze tra i loro versi e vari tipi di sonorizzazioni o immagini, trasformando la poesia in opera multimediale che , oltre ad una recitazione, si presta anche ad una esecuzione. Accade inoltre, sempre più frequentemente, che la poesia divenga testo per una lettura ad alta voce anche con accompagnamento musicale: qui si mescola poesia ed oralità e la voce assume una particolare rilevanza. Non è facile prevedere quali scenari si apriranno in futuro per la letteratura e come evolveranno i linguaggi letterari, né a quali implicazioni porteranno le nuove contaminazioni e ibridazioni di registri espressivi diversi. Sono processi ancora in corso e le trasformazioni sono troppo rapide per poterne fare una lettura immediata. Noi, da questo speciale "Osservatorio" , continueremo a seguire i fenomeni più interessanti del panorama letterario ed a rilevarne le tendenze, perché siamo convinti che la letteratura sia una forma insostituibile di conoscenza del mondo. Bianca Del Mastro
29 settembre 2017 Gentili Amiche e Gentili Amici, sono disponibili i risultati finali di questa settima edizione del premio. Potete scaricare qui il VERBALE INTEGRALE DI GIURIA e la BROCHURE DI PALAZZO FALLETTI dove si svolgerà il 21 ottobre 2017 alle ore 15 la Cerimonia di Proclamazione dei Vincitori. Entro domenica prossima saranno inviate le mail di comunicazione dei risultati agli Autori premiati e a tutti gli Autori iscritti in concorso. Un caro saluto da tutti noi di "Scriviamo Insieme"
31 agosto 2017 Care Amiche e Cari Amici di Scriviamo Insieme, qui di seguito potete consultare e scaricare i risultati relativi alla prima fase di selezione con l'elenco delle opere finaliste. E' presente anche uno schema con tutte le statistiche sulle iscrizioni in questa settima edizione del premio. Tutte le opere finaliste concorreranno alla fase finale e saranno premiate nel corso della Cerimonia di Proclamazione dei Vincitori. Il prossimo appuntamento, come da bando, è previsto per il 30 settembre prossimo con la pubblicazione dei risultati finali, le classifiche e il verbale integrale di giuria. Un caro saluto a tutti. Vittorio Scatizza
12 luglio 2017 Amiche a Amici di "Scriviamo insieme", le giurie delle singole sezioni sono attualmente impegnate nell'esame e nella selezione delle opere iscritte al premio. Questa fase, iniziata sin dalle prime settimane di iscrizione dei testi, si svolge con le modalità previste dal bando e con i criteri di esame attraverso schede valutative già descritti nella presentazione di questa settima edizione. Questa fase è propedeutica a quella finale che vedrà la definizione delle opere FINALISTE e, successivamente, alla proclamazione dei testi vincenti e premiati. Il prossimo appuntamento è fissato, come annunciato nel bando, per il 31 agosto 2017, giorno nel quale sarà pubblicato l'elenco delle opere Finaliste e le statistiche complete di questa edizione comprensive, tra l'altro, del numero di iscritti per ogni sezione. Felice Estate e un caro saluto da tutti noi!
Marzo 2017 Care Amiche e Cari Amici, prende il via la settima Edizione del Premio Letterario Nazionale “Scriviamo Insieme”. In questi anni migliaia di testi hanno concorso al nostro premio e ogni anno che passa avvertiamo una responsabilità sempre maggiore verso gli iscritti e le loro opere. Ma è una responsabilità “positiva” che ci sprona a far meglio, a curare sempre più quei valori di dialogo e di trasparenza che abbiamo posto come obiettivo primario nelle attività del concorso. Un premio letterario deve essere motivo di incontro, di legame tra amici e colleghi che condividono una passione comune. Anche quest’anno, ad esempio, abbiamo deciso di riproporre l’iniziativa di inviare agli autori non premiati che lo richiedano un estratto delle schede valutative redatte dalla Giuria. E’ una singolare iniziativa, inconsueta nel panorama dei premi letterari, ma che ha riscosso sin dal primo anno di istituzione un successo che è andato ben al di là delle nostre previsioni. Ad esempio, lo scorso anno abbiamo inviato estratti valutativi a più di 350 autori. Nella maggioranza dei casi è stata una splendida opportunità di confronto, di approfondimento, di contatto tra noi e voi, Poeti e Scrittori, tesa a coltivare quel punto di incontro che coincide con il magico incantesimo che unisce narratori e lettori. Ringraziamo tutti voi per la stima nei nostri confronti e per la considerazione che dedicate a “Scriviamo Insieme”. Da parte nostra rinnoviamo l’impegno affinché il Premio mantenga quelle caratteristiche indispensabili di attenzione nei riguardi delle opere affidate al concorso. Questa settima edizione nell’impostazione ricalca le precedenti. Sarà articolata in otto sezioni: Poesia singola, Narrativa breve, Libro di Narrativa edito, Libro di Narrativa inedito, Silloge edita, Silloge inedita, Libro di Saggistica edito e Libro di Saggistica inedito. Come lo scorso anno la nostra segreteria consegnerà ogni sabato ai giurati le opere pervenute nella settimana, sin dalla prima, in modo da consentire loro un esame non assoggettato a tempi ristretti. I giurati, nelle prime fasi, esamineranno le opere provvedendo a redigere schede di valutazione. Cliccando qui potete prendere visione di una SCHEDA RIASSUNTIVA DEI CRITERI DI VALUTAZIONE DELLE OPERE Ogni opera (come sempre in forma rigorosamente anonima, ovviamente esclusi i testi editi) sarà valutata da un minimo di quattro a un massimo di sette giurati. In particolare per gli “editi”, come negli anni scorsi, saranno richieste due sole copie per iscrivere l’opera. La nostra segreteria provvederà allo smistamento e alla rotazione delle stesse ai giurati preposti. Le fasi finali del concorso seguiranno l’iter delle passate edizioni: valutazioni collegiali per stabilire la rosa di finalisti e riunioni finali di giuria per decretare le classifiche. Oltre ai Premi di Giuria di classifica, ai Premi Speciali e alle Menzioni e Segnalazioni anche quest’anno sono previsti i Premi Speciali della nostra associazione. I premi in questione, indipendenti da un eventuale piazzamento di Giuria già ottenuto nell’ambito della sezione di appartenenza, saranno conferiti sulla base dei risultati di una commissione di lettori facenti parte dell’associazione e saranno riservati agli Autori under trenta. La direzione organizzativa infine, sulla base dei risultati della Giuria conferirà il Trofeo “Scriviamo Insieme” all’Autore che si è distinto in classifica in più di una sezione. Quest’anno la Cerimonia di Proclamazione dei Vincitori si svolgerà a Roma nella Sala del Trono del settecentesco Palazzo Falletti nello storico Rione Monti, a poche centinaia di metri dalla Stazione Termini e da Piazza Venezia. In concomitanza con la Cerimonia di Premiazione uscirà un Annullo Speciale Filatelico da collezione che Poste Italiane ha voluto dedicare a questa settima edizione del premio. L’annullo e la cartolina relativa sarà contenuto in un folder da collezione che consegneremo agli autori presenti alla Cerimonia. Allo stesso modo abbiamo deciso di omaggiare tutti gli Autori iscritti al premio che lo richiederanno inviando loro a mezzo posta il folder come ricordo della loro partecipazione al concorso. Come gli scorsi anni periodicamente vi aggiorneremo su questo sito in merito al procedere dei lavori di Giuria. Vi ringraziamo di nuovo per l’attenzione e restiamo a disposizione per qualsiasi chiarimento. Un affettuoso saluto da tutti noi di “Scriviamo Insieme”. Vittorio Scatizza e i colleghi della segreteria organizzativa.
Premio Letterario Nazionale "Scriviamo Insieme" sesta edizione Galleria Fotografica Foto di Francesco Pochì
Un grazie affettuoso agli Autori, partecipi e appassionati, intervenuti da ogni parte d’Italia e protagonisti del successo della Cerimonia di Proclamazione dei Vincitori della sesta edizione del premio che si è svolta a Roma sabato 15 ottobre presso la Sala Maggiore del Centro Congressi “Carla Lonzi” all’interno del comprensorio monumentale del Buon Pastore. Il mio ringraziamento è esteso anche agli Autori che per diversi motivi non hanno potuto presenziare e a tutti i Poeti, Scrittori e Saggisti iscritti così numerosi al premio. Con stima e amicizia ringrazio il Dottor Ettore Peluffo, Presidente di Giuria, la Dottoressa Bianca Del Mastro, gli scrittori e poeti Mario Angelo Carlo Dotti, Dario Pontuale, Patrizia Vittoria Rossi e tutti i Membri delle Commissioni giudicanti. Con riconoscenza ringrazio la scrittrice, poetessa e giornalista Daniela Cecchini, Sergio Iovane, compositore e affermato autore di testi teatrali e lo scrittore Alfredo Fasola Bologna: per noi tutti di Scriviamo Insieme è stato un grande privilegio il vostro supporto in questa edizione del concorso come Membri del Comitato D’Onore. Un caro saluto all’attrice Giuseppina Maimone che ha curato le letture. Desidero inoltre ringraziare con affetto Francesco Pochì che ha organizzato l’evento in ogni dettaglio e tutti gli amici e colleghi della segreteria del premio con un pensiero grato: a me avete lasciato l’onore di presentare la serata e avete riservato a voi il ben più gravoso e impegnativo lavoro dietro le quinte. Grazie di cuore a tutti! Vittorio Scatizza
Potete scaricare qui di seguito tutte le motivazioni integrali delle Commissioni e il Verbale integrale di Giuria. MOTIVAZIONI INTEGRALI DELLA GIURIA riguardanti tutte le opere premiate.
VERBALE INTEGRALE DI GIURIA con tutti i risultati, le statistiche, la composizione della Giuria e tutte le informazioni sul concorso. 15 ottobre 2016 “UN SALUTO AGLI AUTORI” di Ettore Peluffo Salve a tutti, amiche e amici. Credo che sia cosa carina cominciare ringraziandovi: so che non è stato facile trovare un alloggio a Roma così come non è facile muoversi in questa città e arrivare qui, nel cuore di Roma, non è impresa da poco. Quest’anno desidero però rivolgere un ringraziamento particolare a delle persone che non conoscete e che sono le colonne portanti di questo concorso. Avrei dovuto farlo anche nelle precedenti occasioni, ma oggi è doveroso per via del gran numero di opere che sono pervenute e la loro alta qualità; è stato un lavoro gravoso e non è stato semplice giungere a una rosa dei vincitori. Grazie davvero al loro impegno e alla loro disinteressata passione. L’alto numero delle adesioni al concorso, oltre a essere intimo motivo d’orgoglio, ha un risvolto positivo: ci permette di ricevere una maggiore attenzione e ad avere una maggiore possibilità di confronto con le Case Editrici; diventa cioè più facile entrare in contatto con esse e poter ottenere la pubblicazione delle opere che ancora non avuto questa bella opportunità; vedere il proprio manoscritto ben confezionato, con un buon editing, per un autore, specie se alle prime esperienze, è fonte di grande soddisfazione, maggiore forse allo stesso guadagnare fette di mercato. Questo premio ha già offerto questa opportunità a qualcuno dei partecipanti delle edizioni precedenti. Oggi siamo dunque qui per offrire dei premi e dei riconoscimenti: fa parte del gioco, ma a beneficio soprattutto di coloro che sono qui per la prima volta, desidero ribadire ciò che ho già espresso nelle precedenti edizioni: le finalità di questa associazione e di questo concorso sono promuovere il fermento delle idee, la cultura, l’arte del linguaggio scritto e i segreti dell’arte della composizione, in quanto potente veicolo di diffusione di valori etico morali. Questo è stato lo spirito iniziale dell’associazione e da esso intendiamo non discostarci: vogliamo quindi essere punto di riferimento per la scrittura in tutte le sue forme e in ogni ambito della saggistica, della poesia e della narrativa perché siamo fermamente convinti che essa sia in grado di offrire risposte ai molteplici interrogativi di chi nella società vuole vivere in modo consapevole, elevando le proprie capacità critiche e il proprio bagaglio cognitivo al fine di scelte consapevoli e mature per il presente e per il futuro. Perdonate se mi lascio andare ad alcune considerazioni personali: lo faccio solo perché so di rivolgerle a persone che le possono comprendere e perché sono certo che siano condivise da tutti coloro che a diverso titolo s’impegnano in questa associazione: fa veramente male vedere la desertificazione che soffoca lo spirito, uomini sempre più consacrati all’accumulo, così come fa male veder trionfare ovunque le nuove rappresentazione del successo ottenuto troppo spesso a danno di altri condannati al sangue, alla miseria e al dolore perenne. A me piace incontrare persone che si dimostrano capaci ancora di cogliere il valore dei piccoli gesti, che sono curiose, persone che ancora apprezzano la vertigine che si prova guardando un cielo stellato o che abbiano, come me, un’espressione un po’ ebete come quando nevica e dico “toh! nevica!” Ecco la lettura è stupore, è la rappresentazione dell’inutile che diventa arte, senza profitto, senza altro fine se non l’intima felicità di chi legge. Desidero proporvi qualche riga tratta da questo saggio di Nuccio Ordine (L’utilità dell’inutile – Ed. Bompiani – pag. 21) che mi aiuta a esprimere meglio ciò che desidero comunicare; è quanto pronunciato da Mario Vargas Llosa in occasione del conferimento del Premio Nobel: “un mondo senza letteratura si trasformerebbe in un mondo senza desideri né ideali né disobbedienza, un mondo di automi privati di ciò che rende umano un essere umano: la capacità di uscire da se stessi e trasformarsi in un altro, in altri, modellati dall’argilla dei nostri sogni” Questa è la letteratura e questa manifestazione si pone nel suo piccolo proprio l’obiettivo di difendere l’arte della scrittura. Perché guardate, quando la barbarie prende il sopravvento, il fanatismo si accanisce non solo contro gli uomini, ma la sua furia cieca si abbatte sui manoscritti, sulle biblioteche, sulle icone, sui templi e sulle inermi testimonianze del passato percepite come un pericolo. E mentre c’è chi poco lontano da qui costruisce dei muri, noi qui lavoriamo per difendere la nostra aria. Ecco questo ho voluto esprimervi, e non mi dilungo oltre perché avrete modo di leggere altri pensieri sul sito della nostra associazione. Ora è il momento di lasciare spazio a voi per una bella festa che desidero sia semplice, familiare, senza orpelli, nella bella cornice di questo palazzo ricco di storia e di significato. Il mio augurio è che di tutto ciò ne riceviate una buona impressione e che vi resti un buon ricordo.
15 ottobre 2016 “IL POETA… UN ARTIGIANO DELLA PAROLA” di Bianca Del Mastro Un cordiale saluto a tutti voi, poeti e scrittori. Il viaggio che ho avuto il piacere di compiere nelle vostre opere poetiche è sempre molto stimolante e ha fatto nascere una serie di interrogativi che mi piace condividere con voi: chi è il poeta? quali sono le modalità del suo lavoro? che tipo di sguardo ha sulle cose e qual è la sua visione del mondo? che rapporto c’è tra le sue esperienze di vita e il suo mondo interiore? che cosa del poeta reale finisce in una poesia? qual è il rapporto che ha con la parola?, . . . Naturalmente le risposte a simili interrogativi possono essere varie quindi mi limiterò a fare qualche provvisoria riflessione sul mestiere del poeta. Quello del poeta è un lavoro nascosto, privato, fatto di dialogo con se stesso, di osservazione di ciò che lo circonda, un lavoro che si nutre di contaminazioni, di rapimenti che avvengono osservando un volto, un gesto, una persona, un paesaggio, una rivelazione improvvisa, un vissuto. E’ un mestiere che ha una lunga “gestazione” e che sfocia, soltanto dopo una complessa meditazione, nella “scrittura poetica”. Il lavoro del poeta richiede una curiosità totale per la propria lingua, un’attenzione speciale alle parole, alla loro origine ed evoluzione nel tempo. Il poeta è infatti un artigiano della parola, perché la usa in tutti i modi possibili, la manipola, la frantuma, ne assapora il suono, il colore, ne esplora il significato, anche quello più lontano, porta alla luce le parole non più usate, quelle corrose dal tempo per dar loro nuove significazioni, diverse parentele… e fa tutto questo per comunicare agli altri il suo sentire, le sue emozioni e suggestioni che, forse, diverranno poesia. Mi piace citare qui, in questo luogo simbolico per il pensiero delle donne, la scrittrice Virginia Woolf che, in un suo intervento radiofonico, disse che “ le parole arrivano a noi dal passato, dove hanno stretto relazioni, si sono riprodotte, mischiate, imbastardite, …”. Noi non siamo i primi a usarle e il nostro sforzo deve consistere nel dar loro nuovi significati e valori, diverse forme, nel collocarle in contesti inusuali così che assumano altre sonorità, echi inattesi. Dunque il lavoro del poeta, ma anche quello del narratore, consiste nel dare vita alle parole, nell’alimentarle di relazioni interpersonali, sperimentando trasformazioni di contenuto, di forma, di relazione, nel “metterle in scena” nel teatro del linguaggio, nel dar loro potenza comunicativa… perché, come afferma Raimondi in un suo importante saggio, “la parola poetica risponde solo a se stessa. La sua funzione non è quella di descrivere un contesto né di convincere un interlocutore: è quella di creare un mondo altro, in una partitura di parole, di suoni, di immagini, di cortocircuiti verbali che accendano scintille emotive”. Proprio questo patrimonio personale darà vita allo “ stile ” del poeta che sarà unico e irripetibile. Poiché la vera poesia non è imitazione, ma è lavoro di ricerca, è scoperta di forme e contenuti che ci aiutino a guardare la realtà non per quello che mostra, ma per quello che nasconde. La poesia aspira a superare ogni apparenza, è linguaggio autentico, anticonformista, eversivo. Ed è, a mio parere, proprio nel momento storico che stiamo vivendo, in cui la parola pubblica è svuotata di significato e diviene spesso ambigua, che abbiamo bisogno di una parola fatta di essenzialità, che affiori dal profondo e crei in noi echi e risonanze autentiche.
15 ottobre 2016 Un saluto a “Scriviamo Insieme” di Mario Angelo Carlo Dotti Mentre da Brescia viaggiavo alla volta di Roma, per raggiungere Scriviamo Insieme, cercavo di immaginare i vostri volti e, malgrado le ore al volante già trascorse e l’idea di quelle che ancora mi aspettavano, per di più incatenato dai tempi di percorrenza uniti al dovere di puntualità, di fatto mi sentivo bene, non percependo l’obbligo della presenza a una certa ora se non come lo strumento principale per poter vivere questo incontro. Consideravo, poi, che sono spesso come attanagliato da una sorta di sensazione di essere prigioniero di qualcosa e i pensieri oscillavano in bilico fra questa percezione e il ricordo piacevole delle vostre opere che, questa volta, hanno manifestato, e in modi del tutto diversi, la spinta a creare qualcosa di nuovo, anche attraverso coraggiosi esperimenti comunicativi, tanto originali al punto da poter essere “pericolosi” per lo stesso autore. Eppure quanti universi avete creato! Ed ecco che improvvisamente ho visto il pianeta su cui sto, esattamente per quello che è. Una sfera che possiamo percorrere in lungo, in largo, in profondità ma che non ci permette di uscire: una prigione! La prigione è un luogo definito e circoscritto dentro alla quale il detenuto si può anche muovere ma da cui non può andarsene e… è questa la nostra condizione sul globo. Per quanto ci si auguri di volare, oltre una certa altezza non possiamo andare e c’è pure un’attrazione che sembra volerci incollare al suolo. Ci possiamo sforzare di saltare, o agitarci in altri modi, ma la forza di gravità, come un potere occulto, pare volerci costringere a mettere le radici. Beh, allora, ripensando a voi scrittori, che presto avrei incontrato, mi sono detto che il mondo su cui stiamo coi piedi è uno, e può essere anche una prigione, ma voi create ogni volta nuovi mondi, senza limiti di numero e di spazio ed è in questo modo che voi rendete la libertà a chi vi legge… e vi ringrazio per questo.
15 ottobre 2016 “SCRIVIAMO INSIEME” di Ettore Peluffo Cari Amici, questa nuova edizione del premio “Scriviamo Insieme” ha il piacere di ospitare tutti voi nella nuova cornice di questa bella sala: è una delle tante sorprese per le quali si apprezza il sottile piacere dell’inaspettato. Anche perché nessuno di noi avrebbe mai potuto prevedere che le cose sarebbero andate così, ma è una delle tante sorprese che si realizzano strada facendo. In verità, pensandoci bene, non dovrei nemmeno essere poi così tanto stupito: trovo che sia giusto e conveniente scommettere sulle belle iniziative e ancora di più sulle persone che stimo e sulle storie che mi appassionano; apprezzo chi ha voglia di creare, chi si impegna in qualcosa di sano, chi si adopera per migliorare se stesso e far le cose sempre al meglio. E’ onesto riconoscere, innanzi tutto, che se oggi ciò si realizza è merito di tutti voi che ci mostrate affetto e apprezzamento in mille modi; ma devo attribuire un grande merito al mio amico Vittorio. Questo Premio Letterario è nato da una sua idea e ha preso la consistenza che ha oggi, a forza di perseveranza e sacrificio. E’ stato capace di raccogliere intorno a una semplice idea iniziale tante persone che hanno il piacere di condividerla e al contempo il vigore per tenerla viva. Voglio azzardare l’idea che tutti coloro che partecipano a questa iniziativa possano essere paragonati a degli artigiani, in quanto persone con l’amore per la scrittura e la poesia, che partendo da elementi semplici costruiscono qualcosa di complesso e articolato modellandolo fino a quando acquisti un senso, idea dopo idea, parola dopo parola, ognuna scelta per il valore e per il peso che si desidera dare a ciò che si vuole esprimere. Sono necessarie doti di costanza, sacrificio, volontà, desiderio di mostrare qualcosa; e proprio come per gli artigiani, l’arte della narrazione e della poesia richiedono applicazione per il migliore utilizzo degli strumenti più appropriati; ci vuole appunto estro, passione e tempo: sono convinto che ognuno di voi aspiri, attraverso tutte le forme della scrittura, a creare qualcosa di giusto, convincente, condivisibile, qualcosa di caro e di significativo e tutto ciò richiede appunto intima convinzione e passione. Le nostre potenzialità sono infinite e solo la nostra mancanza di volontà può limitarle o mortificarle. Ognuno di noi è un laboratorio, destinato a modificare nel tempo, a crescere e raggiungere forme che molte volte non sono nemmeno prevedibili: si pensa di essere fatti in un certo modo e di essere figli del destino, e poi la vita ci offre inaspettate sorprese e fa di noi ciò che nessuno mai avrebbe potuto prevedere. Spesso siamo delle semplici vittime, dobbiamo piegarci a ciò che non ci piace, ma anche in questa triste eventualità esistono spazi che se si ha la forza di riconoscerli e addirittura apprezzarli, possono ammaliarci e aprirci a soluzioni ardite e imprevedibili. Siamo artefici di noi stessi. Vittorio è un artigiano, come me d’altronde. E siamo anche dilettanti perché quel che facciamo ci piace: noi siamo entusiasti della lettura, voi della scrittura, tutti ci divertiamo a metterci in gioco, offrendoci spesso nudi e disarmati al giudizio. Mi piace pensare che il mondo abbia un debito di riconoscenza verso i dilettanti: anzi, il sapere beneficia della loro passione e delle loro capacità. Gli artigiani della scrittura e della poesia sono impegnati a assolvere il compito fondamentale di offrirci gli strumenti da loro ritenuti i più idonei per interpretare il mondo, per usare gli occhi, per soffermarci a godere di certe emozioni, per insegnarci a distinguere, per non restare accecati dal primo falso raggio di sole, per insegnarci il senso del rispetto. Ma anche per rendere libera la nostra immaginazione, per salvarla dalle aggressioni della pigrizia e dell’ovvietà, sempre pronte a ghermirla. Personalmente ho trovato nella lettura uno strumento per formare il mio bagaglio di conoscenze: ciò che non capisco somiglia a una sfida che non riesco ad affrontare senza l’assistenza di coloro che mi possono aiutare a comprendere; ciò che so l’ho appreso in parte sui libri, grazie ai quali ho cominciato a scegliere i miei attrezzi e inconsapevolmente ho imparato a usarli per guardarmi attorno; ancora oggi continuo a chiarire con la lettura il senso delle mie scelte, a trovare gli strumenti per non distogliere l’attenzione dal mondo che mi circonda, per comprendere le ragioni del diffuso disagio, del male che lo pervade. E’ nel sapere che deriva dai libri che ho imparato a spostare in avanti il limite, anche da quelli che nel passato ho ritenuto frettolosamente e incomprensibilmente noiosi e che oggi riscopro. E’ nelle pagine che voi riempite di versi che ho nutrito la mia creatività, è con il vostro conforto che ho lenito dolori e ho affievolito il senso della malinconia che arriva inopportuna ad annebbiare il cuore e la testa in certi difficili frangenti. E’ con le vostre parole dunque che ho imparato a ribellarmi alla mia stessa codardia, alla mia viltà: è anche grazie alla lettura che realizzo me stesso giorno dopo giorno, che comprendo il senso e l’importanza del consumarsi quotidiano in modo sereno, senza drammi. E’ attraverso i libri che ho cominciato a sgretolare la vertigine che deriva dalla mancanza di certezze, dall’ignoto, è lì che trovo i mezzi per dare senso a una vita che inesorabile scivola via, dove ho imparato seppur con fatica a capire che va rispettata e goduta ma alla quale, nel contempo, non bisogna affezionarsi troppo, visto che prima o poi dovremo comunque perderla. Cari amici poeti e scrittori, a voi tutti che avete scelto di fare un pezzo di strada con noi e con tutti coloro che dietro le quinte di questo premio letterario lavorano perché sia serio, libero da apparenze, autenticamente genuino e artigianale, a voi tutti va ancora una volta il mio personale ringraziamento, riconoscente per quel che siete gratuitamente capaci di offrire.